03 luglio, 2015

Siediti qui.

Siediti.
Siediti qui.
E' il luglio più vuoto che abbia mai visto, non bastano il sole a picco, e le stelle vicine, le hai viste?
Mi piace guadare le cose del cielo, le stelle ti raccontano delle storie bellissime, se le sai ascoltare, e se non le sai ascoltare non fa niente, basta che te le inventi, nessuno verrà mai a controllare se sono vere o no.

Siediti qui.
Parliamo di tutto, si può anche stare zitti sai? non è obbligatorio trovare cose da dire, ho fatto una torta con i fiori di lavanda, che roba strana eh. In effetti non era male, anche se qualcuno in casa ha suggerito di metterla nell'armadio, per profumare le lenzuola. 

Proprio con le lenzuola ho cominiciato un lavoro improbo, adattissimo proprio a questo stupido luglio rovente, di quelli che a metà dici MaCosaMiE'VenutoInMente. Lavati e stirati, perfetti, piegati al millimetro, uno uguale all'altro, impilati con una precisione maniacale, non sembro nemmeno io, in effetti non la sono.

E' un luglio vuoto, senza nulla, senza slancio, senza progetti, o meglio c'erano, quanti ce n'erano, e i verbi al passato, e i pensieri arruffati, avvolti su stessi e buttati in un angolo, buttati lontano, come quando fai il mucchio delle cose da buttare via, mica li butti con grazia, li lanci proprio.  A me, succede così.

E vorrei raccontare una storia bella, ma non di quelle che cominciano con C'eraUnaVolta, non le ho mai sopportate. Una storia al presente, andiamo torniamo facciamo, ma a volte le storie al presente non stanno in piedi e non si possono raccontare e non si possono nemmeno inventare e nemmeno è possibile raccontarsele fra sè e sè.

Ho stracciato il libro delle favole del C'eraUnaVolta.
L'ho scagliato lontano come si fa coi boomerang.
Non è tornato indietro.

Ho stracciato il libro dei verbi.
Era scritto sono all'imperfetto, non mi piaceva più.

Siediti qui.
Parla con me.
Nemmeno il presente funziona.










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